I PRIMI DUE ANNI DI PANDEMIA DA CORONAVIRUS IN ALTOPIANO DIVENTANO UN LIBRO


L’Osservatorio Salute Altopiano (OSA) viene di pubblicare con i tipi della CLEUP dell’Università di Padova un
libro che riporta e descrive in dettaglio quanto è accaduto nella popolazione dell’Altopiano dei Sette
Comuni negli anni 2020 e 2021 per quanto riguarda i danni inferti alla popolazione altopianese
dall’epidemia COVID. Il libro ha lo scopo di lasciare una memoria storica di questo importante evento che
rappresenta un episodio molto importante anche per la vita futura della Comunità Altopianese.
Il libro, che contiene vari interventi che non si limitano all’epidemia COVID, descrive l’andamento
giornaliero di contagi e decessi confrontando l’Altopiano con il Veneto e con l’Italia e in rapporto agli
interventi istituzionali di contrasto alla malattia quali i decreti di lockdown e alle campagne vaccinali. Il libro
verrà presentato e sarà disponibile al pubblico sabato 25 Giugno nella saletta della Reggenza alle ore 20.30.
Concluderà l’incontro il Dr. Valter Giantin , primario della Geriatria dell’AULSS Pedemontana, anche in
rapporto all’impegno futuro riguardante la gestione della salute nella terza età. A partire dai prossimi giorni
la pubblicazione sarà disponibile presso la libreria Giunti al Punto e presso la Cartolibreria Bonomo.
Il monitoraggio dell’evoluzione della pandemia , in considerazione della continua circolazione virale nelle
sua evoluzioni nella popolazione, continuerà ad essere un impegno prioritario da parte dell’Associazione
che verrà continuamente aggiornato nel sito www.osservatoriosalutealtopiano.it.

Uomini e api

Nel quadro delle numerose ,e spesso caotiche, informazioni che vengono generate
dall’epidemia SARS2- CoV segnaliamo ai nostri followers gli interessanti risultati da una
ricerca condotta da un gruppo di Scienze dell’Agricoltura dell’Università di Cagliari e
pubblicato su Science Advances nell’Ottobre dell’anno scorso.
I ricercatori sardi hanno creato una situazione sperimentale, quindi in laboratorio, per
indagare cosa succede in una comunità non umana , in questo caso api della specie Apis
Mellifera. I ricercatori hanno indotto artificialmente un’epidemia diffondendo in una colonia
di api un acaro, il Varroa destructor, mentre un’altra colonia della stessa specie di api è
stata conservata priva di contaminazione per confronto. I risultati hanno dimostrato che la
diffusione nella colonia degli acari determina immediatamente la modifica dei rapporti
sociali attraverso l’adozione di un distanziamento sociale soprattutto fra le giovani operaie
e le più anziane raccoglitrici. L’intelligenza comune porta immediatamente i membri di
questa comunità non umana ad adottare misure atte ad ostacolare le diffusione del
parassita. Esiste cioè una memoria storica all'interno della comunità delle api che porta
tempestivamente ad adottare misure che ostacolino la trasmissione del contagio. Esiste
quindi un sapere comune all’uomo e alle specie non umane in caso di pericolo pandemico
con la differenza però che quello nelle api è tempestivo, non necessità decreti del
Consiglio dei Ministri e non genera dibattiti fra favorevoli e contrari alle misure di
contenzione. Questo spiega la maggiore efficacia nelle api.
Alleghiamo il pdf dell’articolo per chi volesse maggiori dettagli.